Perché i cinesi sono bravi a scuola?

Famosi in tutto il mondo per le loro capacità: ecco chi sono e cosa fanno.
Dal punto di vista occidentale, i sistemi scolastici cinesi risultano antiquati: l’insegnamento si basa esclusivamente sulla classica lezione frontale e non contempla la personalizzazione, la valutazione è intesa come giudizio sulle capacità, e agli studenti non viene richiesto di esercitare il pensiero critico, bensì di imparare a memoria ingenti quantità di informazioni.
In termini di efficacia, tuttavia, questo modello superato secondo i nostri standard produce risultati migliori sul piano dell’apprendimento.
Nei testi internazionali, gli studenti est-asiatici dimostrano una conoscenza più approfondita dei contenuti disciplinari e sono maggiormente in grado di sviluppare i concetti appresi rispetto ai loro coetanei ad esempio americani.
Senza entrare nel merito delle metodologie didattiche e di valutazione, sono state avanzate due ipotesi per spiegare il loro successo.
Secondo la prima ipotesi, gli studenti cinesi, fin dalla tenera età, non imparano a memoria, ma imparano con la memoria.
A differenza dei nostri studenti, che spesso non capiscono ciò che hanno appena memorizzato, la memorizzazione per gli studenti cinesi non solo è la modalità con cui immagazzinano i contenuti, ma è anche il modo attraverso il quale “costruiscono” i concetti.
Questa abilità, a quanto pare, è dovuta alla maggiore percentuale di verbi appresi nei primi due anni di età.
Le mamme cinesi infatti ne usano di più rispetto alle mamme anglofone, concentrate soprattutto sulla denominazione degli oggetti. Inoltre, rispetto a genitori americani e australiani, i genitori cinesi favoriscono, in età prescolare, la padronanza di conoscenze pratiche.
La seconda ipotesi riguarda il ruolo dell’insegnante. In Occidente (soprattutto in quello anglosassone) abbiamo un’idea diversa dell’autorità rispetto all’Oriente.
In situazioni di rapporto gerarchico, mentre noi ci concentriamo sull’aspetto negativo, cioè sulla restrizione della libertà che implica, gli asiatici invece vedono l’aspetto positivo, cioè il dovere della persona in posizione di autorità di prendersi cura dei suoi sottoposti, che da questo si sentono motivati.
Insomma l’insegnante che da noi sarebbe autoritario, in Cina è semplicemente autorevole.
Articolo di Fiorinda di Fabio
docente di Lingua e Cultura Cinese
presso SSML Ancona
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